La fraternità dei Servi di Maria
L'Ordine dei frati Servi di Maria è una particolare esperienza di vita cristiana, sorta a Firenze, nella prima metà del 1200, da un gruppo di uomini appartenenti probabilmente a una confraternita, dedita alla preghiera e alla carità (la tradizione agiografica stabilisce il numero di sette). è un'epoca di grande fervore innovativo nel cristianesimo medievale, nelle chiese; è il tempo di Francesco d'Assisi e Domenico di Guzman: tempo di santi, di riformatori fervidi della vita cristiana, di movimenti religiosi radicalizzanti nella disciplina e nella povertà secondo il dettato evangelico.
I frati Servi di Maria non sono mai stati una grande potenza nella
chiesa, anzi hanno costituito una presenza piuttosto "modesta"
numericamente, ma libera e fantasiosa, come l'ha definita
la penna amica di don Abramo Levi
.
Essi si definiscono "uomini riuniti nel nome del Signore", che, "mossi dallo Spirito, si impegnano a testimoniare il Vangelo ispirandosi costantemente a Maria, madre e serva del Signore" (Costituzioni dell'Ordine, n. 1). La loro vita quotidiana consiste nell'essere "concordi e unanimi nella preghiera, nell'ascolto della parola di Dio, nello spezzare il pane eucaristico e il pane guadagnato con il loro lavoro, in vigile attesa del Signore che viene" (dalle Costituzioni, n. 3).
L'Ordine è formato da comunità che organizzano la loro vita quotidiana riunendosi in capitolo conventuale, presieduto dal priore (prior inter pares, primo fra pari); queste fanno capo alla Provincia (nel caso di Fontanella, la Provincia di Lombardia e Triveneto), cui presiede il priore provinciale con il suo consiglio; e alle Province presiede il priore generale con il suo consiglio. Il governo dell'Ordine e delle Province risiede in primis nei rispettivi capitoli, celebrati ogni quattro anni i provinciali e ogni 6 i generali.
Nel 1964 l'antico priorato di Sant'Egidio in Fontanella parve a fra David Maria Turoldo, accompagnato e aiutato da alcuni amici, luogo idoneo a ospitare un'esperienza di vita forte nella ispirazione religioso-monastica e nuova nelle forme, come i tempi ne segnavano l'esigenza, soprattutto con il grande evento conciliare e con la eccezionale figura di papa Giovanni XXIII. Sotto questi due grandi "segni del tempo" i frati che si sono presto uniti a padre David hanno intrapreso un cammino di qualificazione di tutte le espressioni tipiche della loro presenza: ascolto assiduo della parola di Dio e delle infinite voci nelle quali Dio stesso distribuisce la sua verità liberante e perfezionatrice; ricerca di tutto ciò che può pacificare e condurre a una comunione sempre più vasta tutte le creature con il loro Signore unico. Cosa, questa, che comporta un'apertura all'accoglienza sobria e umanamente delicata, concreto segno della volontà di essere "accanto alle infinite croci, per recarvi conforto e cooperazione redentrice, poiché il Figlio dell'uomo è ancora crocifisso nei suoi fratelli" (Costituzioni, "epilogo"). Essa si accompagna alla preghiera, specialmente liturgica, dialogo maturo con Dio e azione salvifica per eccellenza, specie mediante i segni sacramentali. Con la cura di gesti e parole, nascenti dai contesti culturali e storici, la liturgia incontra, raccoglie e rappresenta, sotto il soffio dell'unico Spirito, le sensibilità degli uomini d'ogni tempo e il loro bisogno del sacro.
Da questo impegno della comunità dei frati e soprattutto dalla genialità poetica e dalla personalità di uomo di fede di David Maria Turoldo derivano le proposte per una preghiera solidamente ancorata alla parola di Dio e interprete attenta delle molteplici esperienze religiose e delle aspirazioni dell'uomo, espresse anche nei tempi recenti.
L'esempio più completo a dimostrare tale impegno è il libro La nostra preghiera per la celebrazione quotidiana della lode al Signore. Inoltre significativo è stato, e continua a esserlo, lo sforzo di proporre con melodie semplici, echeggianti la tradizione popolare, il canto di inni e Salmi, come privilegiata forma e segno tangibile dell'unità di cuore e d'anima che raccoglie intorno a Cristo l'intera umanità in adorazione della gloria del Padre.
Nell'intento poi di offrire un mezzo adeguato di riflessione intorno all'identità spirituale dell'uomo, pellegrino nell'oggi sui sentieri della perfetta e mai compiuta conoscenza del mistero, i frati dei Servi hanno dato origine e fedele continuità a una rivista, che dalla loro radice ispirativa ha preso il titolo di Servitium. Questa, a partire dal 1967, esce in quaderni monografici bimestrali, con la collaborazione di tanti amici e per l'opera singolarmente efficace di una redazione collettiva. Accanto a questa pubblicazione, la fraternità di Sant'Egidio si dedica, intorno ad argomenti e motivi di rilevanza storica e spirituale, a una notevole attività editoriale, intesa ad assecondare, con la proposta di concrete testimonianze, "le esigenze liberatrici dei singoli e della società" (Costituzioni, n. 7). I libri prodotti sono disponibili nel locale adibito a libreria nei pressi della chiesa del Priorato, aperto nei giorni festivi, oppure sul sito di Servitium.
Nella sua storia, particolarmente nell'ambito italiano, l'Ordine ha goduto di notorietà per la presenza e l'opera di uomini illustri non solo nell'ambito della teolgia e della religione, ma anche in quello letterario, artistico, come nella musica, nella poesia, nella scultura e pittura. Basta consultare al riguardo il sito dell'Ordine
Per notorietà eccelle fra Paolo Sarpi, che ha avuto un ruolo significativo sia all'interno dell'Ordine, ma soprattutto storico-letterario nell'epoca seguente il Concilio di Trento, e particolarmente come consultore in iure e in teologia della Serenissima Repubblica di Venezia. Dopo di lui, e il suo immediato successore in questo ruolo fra Fulgenzio Micanzio, altri frati Servi hanno continuato a rivestire il compito di consultori per circa 150 anni.
In tempi più recenti, risaltano, oltre al nostro David Maria Turoldo, le figure di fra Giovanni Maria Vannucci, uomo studioso, di profonda cultura, specialmente biblica, e di particolare sensibilità spirituale, aperto alla comunione con altre tradizioni di oriente e di occidente; fra Camillo Maria de Piaz , uomo di intensa lettura letteraria, compagno e amico di una vita di padre David, intessitore di amicizie, di dialogo culturale all'interno del mondo religioso, sia cattolico che protestante, e di quello cosiddetto laico, accorto e critico partecipe, fin dal tempo della Resistenza, delle vicende storico-politiche italiane.