Fra Camillo de Piaz
Nato nel 1918 e morto il 31 gennaio 2010, è stato protagonista della vita civile, culturale e religiosa della sua Valtellina e della vicina Valle di Poschiavo. Negli anni della Resistenza e dell'immediato dopoguerra fu, insieme a David M. Turoldo, nel convento di S. Carlo al Corso a Milano. Qui, con Turoldo ne altri comuni amici, diede vita al foglio clandestino L'Uomo e, negli anni cinquanta, al centro culturale Corsia dei Servi, iniziativa di rilievo cittadino e di spessore culturale e spirituale che ha precorso e preparato i tempi del Concilio vaticano II.
Uomo di vasta cultura, sensibile all'arte, intesse rapporti con moltissimi letterati, poeti, artisti, uomini della politica e imprenditori. Maestro d'amicizia, uomo di profonda umanità, coltiva l'amicizia, vive la contiguità con la sua gente, le sue tradizioni e la sua connaturata saggezza secolare.
Di fede semplice e convinta laicità, rivivendo stagioni di grande
impegno sociale, politico ed ecclesiale,padre Camillo
ripeteva: Per essere fedeli al vangelo bisogna fare come Davide
[Turoldo], essere capaci di soffrire non solo pour l'église, ma
par l'église, per mano della chiesa. E devo dire che da questo
punto di vista non ci è stato risparmiato quasi niente
. E
raccontava come sia importante restare sempre dentro la chiesa anche
quando sembrerebbe più facile abbandonarla: Tanti di noi,
che dopo sono stati riabilitati, hanno avuto problemi con le
gerarchie
. Dalla sua concreta esperienza aveva tratto la paziente
necessità di cercare di capire, prima di giudicare e di
intervenire. Importante, in questo contesto, l'iniziativa di entrare,
insieme a padre David e ad altre persone che facevano capo alla Nuova
Corsia, nel carcere milanese a incontrare i "terroristi". Da quegli
incontri sono nate durature amicizie.
Migliaia di persone con cui padre Camillo era entrato in contatto in tutta Italia, alla notizia della sua morte, da tanti rivoli si è ricompattata attorno a lui, per dargli l'ultimo saluto nella grande chiesa di Madonna di Tirano. Chi era padre Camillo de Piaz lo si è visto guardandosi attorno durante i funerali celebrati il 2 febbraio. Alpini, ex brigatisti rossi, avvocati, suore, gente comune. Seduti, in piedi, dentro e fuori la chiesa c'erano tutti, a scandire le tappe della sua articolata e impegnativa vita.