Cenni storici sul monastero
Perfettamente aderente alla sua funzione, il monastero, pur nelle sue vicissitudini e nelle stratificazioni succedutesi nei vari secoli, mostra una discreta unità di stile non facilmente riscontrabile in altre affiliazioni cluniacensi dell'area lombarda.
Il piano generale del monastero, interamente costruito tra il 1080 e
il 1130 circa, è semplice, conforme a una sobrietà architettonica
tipica delle fondazioni povere e decentrate. Tuttavia lo schema
planimetrico risponde sufficientemente ai prototipi abbaziali
cluniacensi di San Gallo, di Cluny stessa e soprattutto di
Vertemate. Ma l'architetto di Sant'Egidio si trovò probabilmente di
fronte a problemi di non facile soluzione: il terreno irregolare e
generalmente scosceso verso sud (il monastero si erge nel centro di
una conca ad anfiteatro tutta aperta a mezzogiorno) e una pietra di
facile lavorazione ma di estrema fragilità chimico-strutturale. La
chiesa venne infatti costruita a monte di tutto il complesso, il
quale si sviluppò, di conseguenza, tutto verso sud, a vari livelli e
attorno a un piccolo chiostro sul lato destro della chiesa. Così
come attualmente noi lo vediamo, il complesso monastico è costituito
dal risultato di una serie di stratificazioni edilizie succedutesi
in vari secoli. Alla primitiva semplice costruzione degli anni
intorno al 1080 si aggiunse tutto il complesso di edifici che
accompagnarono l'ingrandimento della chiesa intorno al 1130. Nel
1320 viene ridimensionato il tracciato degli edifici conventuali
demolendo alcune parti, che vennero però ricostruite nel 1338.
Trentacinque anni dopo, nel 1373, vi è una seconda distruzione che
ripete sostanzialmente quella del 1320. Nel 1432 si assiste a una
ripresa dell'attività edilizia con la ricostruzione "Avogadri": è in
tale periodo che viene ripristinato il cosiddetto "palazzo", l'ala
perpendicolare alla chiesa. Alla fine del '400 viene edificata la
torre sud-ovest dal vescovo Gabriel, che la sigillò con il proprio
stemma, ancora visibile sul lato ovest, dove pure esistono una
bifora ogivale e un grande arco a sesto acuto al piano terreno per
l'accesso al monastero. Infine, nel '600, su tutto il lato nord
della chiesa vengono addossati una sacrestia con un portico e, poco
staccata dalla facciata e prospiciente ad essa, una cappella per i
morti della peste manzoniana.
Le indicazioni, necessariamente brevi e frammentarie, a riguardo del monastero danno sufficiente idea della complessità dell'argomento, per il quale esistono soltanto ipotesi, e tuttora da verificare. Basti pensare che l'attuale spazio del piccolo chiostro probabilmente era più grande, spingendosi fin sul filo della facciata della chiesa (il Calvi parla di tre chiostri!). Quindi, l'odierna visione del complesso, che è frutto di lavori eseguiti a metà del secolo scorso, non può dare la percezione della vera fisionomia avuta dal monastero.